Argonuts – Missione Olimpo
Regia di David Alaux, Eric Tosti, Jean-François Tosti.
Un film con Valentino Bisegna, Sara Di Sturco, Chiara Fabiano, Mattia Fabiano, Christophe Lemoine.
Titolo originale: Pattie et la colère de Poséidon.
Genere Animazione, – Francia, 2022, durata 95 minuti.
Distribuito da Notorious Pictures.
Consigli per la visione di bambini e ragazzi: Film per tutti
Domenica 11 giugno, ore 16.00
(biglietto € 3,50 per tutti)
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80 anni dopo la conquista del vello d’oro da parte di Giasone e degli Argonauti, la cittadina greca di Iolcos vive in pace, protetta dalla benefica pelle dell’ariete d’oro. Tra gli animali della città c’è Pixi, topolina curiosa che sogna di vivere avventure simili a quelle del suo idolo Giasone. Dopo l’erezione di una statua a Zeus gli abitanti di Iolco scatenano però l’ira del dio del mare Poseidone, il quale minaccia di sommergere la città se non sarà eretta un’altra statua in suo onore. La minaccia spinge Giasone a rimettersi in viaggio per trovare il materiale necessario alla costruzione, se non fosse che il grande eroe è ormai un centenario decrepito e gli Argonauti scheletri riportati in vita… Toccherà allora a Pixi, al suo papà gattone Sam, al gabbiano spelacchiato Chickos e ad altri improbabili eroi salvare Iolcos dal suo destino.
Gli autori della fortunata serie Vita da giungla ripropongono la medesima formula di un’animazione digitale adatta a un pubblico soprattutto di bambini, riprendendo il mito di Giasone in un mondo di umani dove il centro della scena è però occupato da un gruppo di animali buffi e intraprendenti.
David Alaux, uno dei tre registi e sceneggiatori di Argonuts – Missione Olimpo, dice di essersi ispirato per il film allo stupore provato da spettatore di fronte alle meraviglie create da Ray Harryhausen, agli effetti e alle creature di Giasone e gli Argonauti, film del 1963 di Don Chaffey, e di Scontro tra titani di Desmond Davis, anno 1981, oltreché, naturalmente, al potere affabulatorio della mitologia greca, da millenni un bacino pressoché infinito di storie, avventure ed emozioni.
La vicenda del film – il cui titolo nasce da un gioco di parole con la parola inglese “nut”, cioè stupido in senso affettuoso – assume il punto di vista ad altezza suolo del mondo animale (non solo topi, ma anche gatti, pesci, gabbiani…). In particolare, tutto è vista dalla prospettiva della piccola Pixi, topolina secchioncella e coraggiosa che combatte gli sfottò dei compagni di scuola e le paure del papà adottivo Sam (protagonista di un’avventura parallela di di inevitabile conflitto e altrettanto inevitabile agnizione) per superare i limiti della propria natura e realizzare i propri sogni.
La struttura narrativa del film è quella classica di un racconto di viaggio e di conquista, ma pur nell’assoluta prevedibilità dello sviluppo Alaux e i suoi colleghi Eric e Jean-François Tosti sono bravi a concentrare l’attenzione sui personaggi dell’equipaggio animale (gli Argonauti di scheletri sono invece un omaggio in forma di parodia proprio ad Harryhausen), affidando a ciascuno una propria storia e una propria particolarità (il topo appassionato di ninja, il gattone spaventato da tutto, il gabbiano lupo di mare…), e a gestire il rapporto fra rispetto e innovazione nel ripercorrere con ironia il viaggio degli Argonauti.
Se perciò appartengono agli obblighi dell’animazione contemporanea gli aggiornamenti di alcuni personaggi alle mode dei tempi, come i Ciclopi trasformati in raffinati chef affamati di carne umana o gli dei in creature possenti capricciose però come teenager, funzionano meglio, anche in un’ottica di spettacolo per bambini, lo spirito d’avventura che si respira in tutto il film e i toni color pastello dell’animazione digitale, ispirati alla pittura nell’antica Grecia.
Pixi e i suoi amici sono la solita combriccola di eroi minori e un po’ emarginati, ma come già in Vita da giungla la vivacità delle battute e gli aspetti più surreali della vicenda (che in ogni caso deve anche molto all’animazione contemporanea sia americana, con l’inevitabile rimando a Ratatouille, sia inglese, in particolare alle avventure di Peter Rabbit) rendono la loro avventura piacevole.
Il film non valica mai i confini del noto, ma in ogni momento resta evidente il divertimento degli autori e la loro voglia di lavorare sulla mitologia antica (bella in ogni caso l’idea di recuperare un mito, invecchiandolo però di ottant’anni e rendendolo così stranamente umano) per invitare gli spettatori più piccoli a riconoscersi nell’innocente candore della protagonista.
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