Astérix & Obélix – Il Regno di Mezzo
Regia di Guillaume Canet.
Un film con Guillaume Canet, Gilles Lellouche, Vincent Cassel, Jonathan Cohen, Marion Cotillard.
Titolo originale: Astérix & Obélix: L’Empire du Milieu.
Titolo internazionale: Asterix & Obelix: The Silk Road.
Genere Commedia, – Francia, 2023, durata 111 minuti.
Distribuito da Notorious Pictures.
Consigli per la visione di bambini e ragazzi: Film per tutti
Venerdì 3 febbraio, ore 21.00
Sabato 4 febbraio, ore 21.00
Domenica 5 febbraio, ore 16.00 e 21,00
Martedì 7 febbraio, ore 21.00
Sabato 11 febbraio, ore 16.00
Domenica 12 febbraio, ore 16.00
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Nel 50 A.C. la Gallia è quasi interamente terra romana, fatta eccezione per un’irriducibile sacca di resistenza: il grande Cesare non è ancora riuscito, infatti, ad averla vinta sul villaggio dell’Armorica in cui vivono Asterix e Obelix. Romani e Galli si ritrovano ora di nuovo gli uni contro gli altri nella lontana Cina, dove l’imperatrice, vittima di un colpo di stato, ha affidato la sua bella e unica figlia, Fu Ji, al mercante Maidiremaïs e, per suo tramite, ai nostri eroi con i baffi, mentre l’usurpatore Deng Tsin Quin ha chiesto e ottenuto l’appoggio delle sterminate legioni di Cesare.
Con Asterix e Obelix. Il Regno di Mezzo non si può più parlare di commedia ma di comico puro, quello delle sberle a destra e a manca, dei giochi di parole che strizzano l’occhio ai tormentoni televisivi (“L’Amphore?” “J’Adore!”), che ridicolizzano le istanze sociali più bollenti, dal vegetarianesimo al femminismo, e nello stesso tempo se ne servono, assestando un colpo al cerchio e uno al marketing.
Quel comico, per intenderci, che dev’essere fatto bene, sfiorare l’assurdo, abbattere le resistenze dello scettico, perché altrimenti sfocia nel suo esatto opposto, la tristezza involontaria.
L’esordio del film, ahi ahi, è piuttosto triste. Le battute sulla tentazione di Asterix di dire addio al cinghiale o la sua volontà di dimostrare di poter fare a meno della pozione di Panoramix (che si infrange prevedibilmente contro il primo elmo romano che incontra) non solo non volano alto, non volano proprio.
Se però si dà un po’ di tempo al film, e soprattutto ci si accomoda nell’idea di un cinepanettone francese (è la globalizzazione, a nulla vale invocare l’ossimoro), allora le cose si mettono meglio, si ride della rivalità tra Asterix e Maidiremaïs, della cotta di Obelix per Gan Cho, guardia del corpo della principessa, impegnata in diversi saggi di kung fu in aria, terra e acqua, e della scemaggine dei siparietti tra Vincent Cassel (alias Cesare) e il suo cantore Biopix, della boutade autoironica di Ibrahimovic alias Caius Antivirus.
Ultimo grande franchise del cinema francese, esportato sull’onda dell’amore per i fumetti di Goscinny e Uderzo, Asterix sullo schermo ha cambiato pelle più di una volta, inseguendo la chimera di accontentare un pubblico sempre più vasto, internazionale, transgenerazionale. Per questo quinto film, il primo a non essere tratto da un albo specifico, Guillaume Canet si fa in tre – regista, co-sceneggiatore, e interprete principale – al fianco di un nuovo Obelix, Gilles Lellouche, che punta giustamente più sulla tenerezza che sul confronto col colosso Depardieu.
Canet fa propria la storia mettendo in primo luogo la questione dell’amicizia tra i due personaggi personaggi, e cadendo così in piedi, nonostante le scene madri sprecate (Obelix che sprofonda nella pozione da piccolo è una scena dolorosamente gettata alle ortiche), i bersagli facili e gli aiuti da casa (Marion Cotillard, breve e superba Cleopatra). Un film per il grande, grandissimo pubblico, di cui può comunque capitare di non fare parte.
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