Belli Ciao
Regia di Gennaro Nunziante.
Un film con Pio D’Antini, Amedeo Grieco, Giorgio Colangeli, Lorena Cacciatore, Rosa Diletta Rossi.
Genere Commedia, – Italia, 2022, durata 87 minuti.
Distribuito da Vision Distribution.
Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
Si ricorda che, dal 25 dicembre, per accedere alla visione dei film in sala è necessario il green pass rafforzato, richiesto ed obbligatorio, e di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2
Sabato 22 Gennaio, ore 21.00
Domenica 23 Gennaio, ore 21.00
Martedì 25 Gennaio, ore 21.00
Pio e Amedeo raccontano la loro storia in una “comunità di recupero per meridionali che hanno vissuto a Milano”. Amici fin dall’infanzia, sembravano inseparabili. Invece, dopo l’esame di maturità, le loro strade si dividono. Pio parte per Milano, si laurea con lode e diventa un manager di successo. Amedeo invece resta in Puglia e, dopo che è sfumata l’ambizione di diventare medico, gestisce un negozio di articoli sanitari e collabora, come assessore, con il sindaco del suo paese per fermare la fuga dei giovani dal Sud. Dopo essersi persi di vista a lungo i due, ormai ex-amici, si rivedono dopo 20 anni quando Pio torna a casa insieme alla sua nuova compagna, un’imprenditrice digitale che ha tre milioni di followers. Il paese pugliese ha infatti bisogno di un finanziamento e la banca di Pio è l’unica disposta a concederlo.
Dopo aver lanciato Checco Zalone firmando la regia dei suoi primi quattro film e aver diretto Fabio Rovazzi in Il vegetale, Gennaro Nunziante ripete la formula con i comici foggiani Pio e Amedeo, che mancavano al cinema da sette anni dopo essere stati protagonisti di Amici come noi e aver fatto parte del cinepanettone 2014 Ma tu di che segno 6?.
Belli ciao riprende alcuni temi della commedia all’italiana: classi sociali differenti, contrasto Nord-Sud, la vita ordinaria che subisce all’improvviso un brusco cambiamento. Nunziante inoltre ripropone il tema narrativo dei primi due film girati con Zalone (Cado dalle nubi, Che bella giornata) dove la comicità scattava proprio nel rapporto tra il protagonista pugliese e Milano. Il suo merito è quello di non lasciare Pio e Amedeo (anche co-sceneggiatori insieme al regista) a briglia sciolta ma di costruirgli attorno una storia compatta, raccontata in un flashback lungo quasi come tutto il film.
La parte più riuscita è nei frammenti della loro infanzia e dell’arrivo di Amedeo a Milano che scombussola completamente la vita di Pio. Il cibo che esce dal piatto al buffet e soprattutto i dialoghi con Alexa e la scena, quasi da gag del muto, del direttore del negozio di abbigliamento che sale e scende le scale come un burattino dopo gli annunci di Amedeo al microfono, sono tra le trovate più riuscite di un film attento e puntuale nell’osservazione dei caratteri ma che però mostra di avere il fiato corto e arriva in affanno al finale.
In una storia di largo respiro, la comicità anche scorretta dei due comici è così controllata da non lasciare il segno se non in qualche battuta fugace (“Milano è liquida”) o dalle espressioni del padre di Pio davanti al ragazzo gay che però rischiano di scivolare nella macchietta. Belli ciao non ha la forza dirompente delle commedie con Zalone, soprattutto Quo vado?, né l’atmosfera quasi surreale di Il vegetale. I tempi delle gag o sono troppo rapidi (il sushi che arriva subito a casa dopo essere stato nominato) eccessivamente prevedibili come quella del prezzemolo con la vicina di casa di Pio o ripetitive dopo essere state divertenti all’inizio come nelle citazioni in latino del sindaco interpretato da Giorgio Colangeli.
Forse ci voleva maggiore cattiveria, soprattutto nella descrizione dell’ascesa e della caduta del manager e una rabbia liberatoria solo accennata nell’evento mondano in cui i due amici trascinano tutti a ballare prima di buttarsi in piscina. Invece Belli ciao si spegne gradualmente proprio nel momento in cui dovrebbe affondare il colpo e resta una commedia di costume garbata ma incapace di graffiare.
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