Il cacciatore e la Regina di Ghiaccio
Un film di Cedric Nicolas Troyen.
Con Chris Hemsworth, Charlize Theron, Jessica Chasten, Emily Blunt, Nick Frost.
Titolo originale The Huntsman Winter’s War.
Avventura, Ratings: Kids+13, durata 114 min.
USA 2016. – Universal Pictures
PROGRAMMAZIONE:
Sabato 16 aprile, ore 21.00
Domenica 17 aprile, ore 16.00 e 21.00
Martedì 19 aprile, ore 21.00
Solo il Martedì il Biglietto per TUTTI € 4,00
Ravenna, la perfida matrigna di Biancaneve, usa a uccidere mariti per usurparne i regni, ha un passato di ignobili assassinii anche tra i suoi legami di sangue. Quando lo specchio magico le rivela, infatti, che la figlia di sua sorella Freya è destinata a spodestarla in bellezza, Ravenna non esita a porre fine alla sua neonata vita. Tale è il dolore di Freya, che risveglia nella donna l’arte sopita della magia nera e la trasforma in una regina di ghiaccio, determinata a bandire l’amore dal suo regno. È a questo fine, per addestrarli come guerrieri e vietar loro l’amore, che Freya fa rapire i ragazzini dei suoi territori e li cresce come cacciatori; e questa è anche la sorte di Eric e Sara, che, una volta cresciuti, però, all’amore non sanno e non vogliono rinunciare.
Rispetto al film di Rupert Sanders, Biancaneve e il Cacciatore, questo è un mezzo prequel e un mezzo spin-off: un parente prossimo ma non consanguineo, quanto basta per accettare che Biancaneve non faccia parte del cast ma possano tornare a confrontarsi in bellezza i divi Chris Hemsworth e Charlize Theron. Il terzo vertice del triangolo è occupato da due figure femminili, affidate a Emily Blunt e Jessica Chastain, e solo la loro bravura di interpreti le salva da due ruoli assurdi, per ragioni differenti. La regina di ghiaccio della Blunt, autoconfinatasi in un palazzo del freddo, è un tale palese scopiazzamento in chiave dark-fantasy del personaggio di Elsa in Frozen, da sfiorare il caso diplomatico. Su tutt’altro fronte, la Chastain appare tutto fuorché nata per un personaggio boschivo e marziale come quello di Sara, e non può impedire una reazione inizialmente spaesata nello spettatore, ma è capace di rendersi plausibile in breve tempo.
Quanto al film in sé, anche Cedric Nicolas-Troyan opta per una varietà di fonti e modelli presi dal cinema contemporaneo ben più che dal repertorio fiabesco: la compagnia dei quattro nani, l’incontro con i goblin, la quest dello specchio, da tener coperto per non indurre in basse e omicide tentazioni, guardano senza mezza termini al viaggio con e per l’anello di Tolkien e Jackson, mentre il contesto della relazione tra Eric e Sara, bambini-soldato, può ricordare alcuni momenti della saga di Hunger Games. Se si aggiunge il già citato rimando al prologo di Frozen, non tarda ad affacciarsi il dubbio che tanta varietà di modelli nasconda in realtà una scarsa materia originale e una traballante necessità di esistere del film stesso al di là della mera funzione di contenitore di star.
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