Un complesso militare eretto da Gheddafi in Libia viene assalito da un commando guidato dallo spietato Rahmat, intento a rubare ordigni nucleari e i loro codici. L’agente CIA Marsh decide di impiegare il team di Barney Ross per fermarli, ma l’operazione non va a buon fine. Il comando passa a Gina, la compagna di Christmas e a sua volta una letale mercenaria. Sarà lei a montare una nuova operazione per fermare Rahmat, che nel mentre ha preso possesso di una nave e si sta dirigendo – con gli ordigni nucleari innescati – verso le coste della Russia.

La squadra di action hero si rinnova in I Mercen4ri – Expendables ma è l’imitazione di se stessa, con un effetto nostalgia limitato a Stallone e Lundgren per altro assai defilati. Rimane un Jason Statham show dalla produzione però molto molto cheap.

Il film delude da quasi tutti i punti di vista: la fotografia è davvero pessima, con una piattezza quasi amatoriale e una color correction che sembra usata più che altro per levigare il volto di Megan Fox; gli effetti speciali sono roba da fan film, con i personaggi a volte visibilmente incollati sopra e sangue digitale più finto di quello di un videogame; la scrittura è all’insegna del “ok, boomer” più estremo; la gran parte delle scene d’azione ha una regia piuttosto confusa e se per Statham se la cava, a dare il meglio sono gli attori asiatici, però sottoutilizzati.

Al film partecipano infatti due assolute star del cinema d’arti marziali: Iko Uwais (The Raid) e Tony Jaa (Ong Bak) ma basti dire che nemmeno si scontrano tra loro per rendere l’idea di quanto poco influiscano. In particolare Jaa arriva a metà del film e ha solo un combattimento degno di nota, che per altro non affronta nemmeno da solo. Uwais ha invece un faccia a faccia con Statham, dove però solo in un momento può sfoggiare davvero la sua incredibile velocità, mentre per il resto deve rassegnarsi al ruolo di un villain inutilmente sadico che finisce male.

Sul fronte delle vecchie glorie non c’è alcun tentativo di rinnovamento: rimangono Couture, Lundgren e Stallone – ma quest’ultimo passa la grandissima parte del film in posizione seduta e ha solo una singola inquadratura d’azione. I nuovi arrivati sono 50 Cent, che non manca di farsi sentire anche in colonna sonora con il brano P.I.M.P., e l’anonimo Jacob Scipio, che viene caratterizzato dalla urofilia… A essere ancora meno credibile come action heroine è poi Megan Fox con le sue labbra siliconatissime, ovviamente sostituita da controfigura non appena il gioco si fa duro.

Sul fronte della scrittura se i dialoghi sono imbarazzanti, la struttura vanta un colpo di scena, che viene però disinnescato nel prevedibilissimo finale. Ancora una volta, a dispetto del titolo originale che definisce i protagonisti come soldati di ventura la cui vita è spendibile e sacrificabile, non siamo mai davvero dalle parti di una “sporca dozzina”. Né i personaggi hanno la durezza delle canaglie guidate da Lee Marvin, e anzi sono sempre troppo intenti ad ammiccare a un pubblico almeno cinquantenne, né il film a dispetto del rating di censura fa mai davvero sul serio: la violenza è finta come una moneta da tre soldi e gli antieroi per primi non prendono sul serio i pericoli che affrontano.

Del resto I mercenari è una serie che nasce dall’omaggio agli action anni Ottanta, che volevano eroi invincibili contro cattivi senza alcuna complessità, e questo ripropone ancora oggi: fuori tempo massimo di trent’anni, con il solo aggiornamento di un po’ di infelice ironia e con il livello produttivo di chi nemmeno ci prova più.