It – Capitolo 2

Regia di Andy Muschietti.
Un film con James McAvoy, Jessica Chastain, Isaiah Mustafa, Jay Ryan, James Ransone.
Titolo originale: It: Chapter Two.
Genere Horror – USA, 2019, durata 165 minuti.
Distribuito da Warner Bros Italia.
Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14

venerdì 20 settembre – ore 21.00
sabato 21 settembre – ore 21.00
Domenica 22 settembre – ore 21.00
martedì 24 settembre – ore 21.00

 

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Ventisette anni sono passati dagli avvenimenti descritti nel primo capitolo. I ragazzi – componenti il club dei perdenti – che avevano affrontato l’orrore di Derry sono cresciuti e, benché intimamente segnati dall’esperienza, hanno in gran parte parte rimosso, piuttosto misteriosamente, quanto accaduto, cercando di vivere, con maggiore o minore successo, le proprie vite. Quasi tutti se ne sono andati dalla cittadina. Solo Mike è rimasto a presidiare la zona ed è proprio lui – l’unico a non aver dimenticato – a cogliere il segnale che l’orrore sta tornando, compiuto il suo ciclo vitale. Per questo, per combattere il mostro, Mike contatta i vecchi amici e li richiama al patto che stipularono da ragazzi, perché solo loro possono concludere il lavoro che hanno iniziato. Ciascuno di loro è colto nel pieno dei problemi quotidiani della vita, ma il richiamo è troppo forte e niente può impedire il ritorno a Derry. Per tutti, tranne che per uno, Stanley, che si toglie la vita. Gli altri, tra ritrosie, ripensamenti e paure, affrontano di nuovo It.

Dopo due anni dall’enorme successo del primo film, sempre diretto da Muschietti, questo secondo episodio chiude la narrazione tratta dal fluviale e complesso romanzo di Stephen KIng.

It – Capitolo 2 è il racconto del secondo round dell’incontro tra il gruppo dei perdenti e Pennywise, il clown malefico che abita i sotterranei di una tranquilla cittadina americana, come un cancro letale annidato all’interno del sogno americano nella sua accezione più pura, quella dei sani valori di una comunità apparentemente serena.

I protagonisti, invecchiati, hanno perso l’innocenza dell’adolescenza e sono stati forgiati dalle delusioni e dalle illusioni, dai successi e dagli insuccessi della vita. Però, a dimostrazione che certi legami – creati nella solidarietà di tempi delicati come quelli della giovinezza – non si allentano, ritrovano compattezza e amicizia andando incontro al loro destino. La tematica è tipicamente kinghiana e Muschietti la affronta senza l’ispirazione poetica di Rob Reiner in Stand By Me – Ricordo di un’estate (altra materia di partenza, comunque), ma con un’apprezzabile sensibilità che consente di mantenerne il pathos pur in un contesto da horror spettacolare.

I personaggi sono delineati in modo efficace, se non approfondito. Ciascuno di loro è definito attraverso aspetti significativi del carattere per favorire la differenziazione e stimolare l’interesse dello spettatore portandolo a interessarsi delle loro sorti. La fluida interazione tra passato e presente e il frequente ritorno ai personaggi ragazzini aiuta a sottolineare le motivazioni e la profondità del legame che li unisce. Nelle ultime battute del film, Muschietti e l’esperto sceneggiatore Gary Dauberman spingono forse un po’ troppo il pedale dei sentimenti e l’elegia dell’amicizia rasenta la stucchevolezza, ma l’effetto, soprattutto in un film horror, non dispiace per quanto è in fondo insolito.

Muschietti conferma le sue qualità registiche e trova alcune vette improvvise e impressionanti di sicuro effetto – su tutte, direi, la vecchietta che offre un tè a Beverly – appoggiandosi altre volte su un immaginario più consueto, ma sempre comunque realizzato con impegno ed efficacia. L’impatto spettacolare è notevole e la storia, pur diluita in una considerevole durata, scorre avvincente e punteggiata da qualche jump scare ben piazzato, sino alla resa dei conti conclusiva che si protrae a lungo tra alterne vicende in un tripudio di effetti speciali (di ottima fattura) sino a un finale più simbolico che credibile, ma comunque, anche per quello, in sintonia con la storia, che al suo cuore e al suo significato è strettamente legata.

Il cast offre una prova di vario livello, ma complessivamente è di sicuro affidamento. Jessica Chastain è una Beverly credibile nel suo essere segnata da scelte vita sbagliate: non ha il bagliore radioso di Sophia Lillis (la Beverly giovane), ma probabilmente è giusto così. Jay Ryan e Bill Hader spiccano nei ruoli di Ben e Richie, mentre Bill Skarsgård sembra sempre più a suo agio nel ruolo del maligno Pennywise. Da segnalare il simpatico cameo del re dell’orrore in persona, Stephen King, che si diverte non poco nei panni di un negoziante che rivende a carissimo prezzo a Bill la sua bicicletta di ragazzo. E, sempre in tema di partecipazioni speciali, non si può non segnalare anche la divertita apparizione di Peter Bogdanovich (insigne regista) nella parte proprio di un regista.

Nel complesso un film che non delude le attese, offre uno spettacolo di livello e rimane fedele quantomeno alle tematiche fondamentali del libro di King: non è poco, in fondo.

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