NON DIRMI CHE HAI PAURA

Regia di Yasemin Samdereli
Un film con llham Mohamed Osman, Riyan Roble, Fathia Mohamed Absie, Amina Omar, Armaan Haggio
Genere Drammatico, – Italia, Germania, Belgio, 2024, durata 102 minuti
Distribuito da Fandango
Venerdì 21 marzo – ore 21.00
Domenica 23 marzo – ore 18.00
Lunedì 24 marzo – ore 21.00
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Samia è una bambina somala con il sogno di diventare la donna più veloce del suo paese. Ci riuscirà, grazie al sostegno di suo padre e del suo amico allenatore Ali, arrivando fino alle Olimpiadi di Pechino 2008. Nulla però sarà semplice, Samia dovrà lottare contro un Paese tormentato da fanatismo religioso e dalla guerriglia, e scoprirà che attraversare l’Europa purtroppo è un’impresa – per molti – impossibile.
Un film di grande impatto emotivo, che vede scontrare il sogno di una bambina con la ferocia della realtà.
È Non dirmi che hai paura, incentrato sulla storia vera di Samia Yusuf Omar, che nel 2008 a soli 17 anni rappresenta la Somalia ai Giochi Olimpici di Pechino, correndo senza velo.
Tratto dal romanzo di Giuseppe Catozzella, Premio Strega Giovani 2014, e adattato sul grande schermo da Yasemin Samdereli in collaborazione con Deka Mohamed Osman racconta l’impresa di una giovane atleta osteggiata da chi è al potere nel suo paese, come Tatami. Ma prima ancora una bambina che cresce con il desiderio di coronare il suo sogno di voler diventare la donna più veloce del suo Paese. Una Somalia devastata dai divieti e dalle rappresaglie degli estremisti, in cui le donne vengono mal viste, anche quando hanno talento e, come Samia, riportano a casa medaglie olimpiche. A sostenerla ci pensa la sua famiglia, in particolare suo padre, che le dà l’insegnamento del titolo, non avere paura di inseguire il proprio sogno a ogni costo.
È quello che farà Samia, arrivando fino ai Giochi Olimpici in Cina, ma trovando poi la morte nel Mediterraneo, dopo un viaggio disperato per raggiungere l’Europa. Viaggio che la regia sceglie di raccontare in tutta la sua crudezza, con stile documentaristico, asciutto e rigoroso, lo stesso con cui racconta la dimensione tribale, calda e intima della famiglia, mentre fuori dalle mura domestiche infuriano guerriglia e continue esplosioni.
Come in Lola corre, la protagonista corre spesso durante il film, ma qui le condizioni sono ben diverse e la sua corsa proibita diventa metafora politica di resistenza, disobbedienza e autodeterminazione. Non dirmi che hai paura prosegue là dove finisce Io Capitano di Garrone: c’è un adolescente in mare su un barcone anche qui, anche qui una nave italiana si avvicina. Solo che è troppo tardi, le prigioni libiche hanno messo a dura prova corpi e spiriti, sole, sete e stenti hanno fatto il resto. E un tuffo con l’utopia di salvezza può essere fatale.
Un film che senza la minima traccia di retorica si rivela commovente, possiede tutta la forza dirompente di una storia vera di coraggio e disobbedienza e ha il merito di ricordare la figura di una velocista dimenticata, la piccola Samia che non sapeva che sarebbe diventata un simbolo. E a suo modo un’eroina.
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