Spider-Man – Un Nuovo Universo
Regia di Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman.
Un film Da vedere 2018 con Shameik Moore, Jake Johnson, Hailee Steinfeld, Mahershala Ali, Liev Schreiber.
Titolo originale: Spider-Man: Into the Spider-Verse.
Genere Animazione, Avventura – USA, 2018, durata 117 minuti.
Distribuito da Warner Bros Italia.
Consigli per la visione di bambini e ragazzi: Film per tutti
Sabato 16 febbraio – ore 21,00
Domenica 17 febbraio – ore 16.00, 18.00
Martedì 19 febbraio – ore 21,00
Al martedì biglietto per TUTTI € 4,00
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Miles Morale è un ragazzo afro-ispanico di New York che è appena entrato in una scuola relativamente esclusiva, dove però si sente fuori luogo. Qui infatti non conosce nessuno e suo padre, un poliziotto che detesta Spider-Man, non lo aiuta mettendolo in imbarazzo. Miles si rifugia dallo zio, che asseconda invece la sua passione da street artist, ma durante una escursione nei sotterranei di New York Miles viene morso da un ragno radioattivo. Il giorno dopo, sconvolto da sorprendenti poteri che somigliano a quelli di Spider-Man, torna a cercare il ragno e finisce per assistere a uno scontro tra l’eroe e vari villain, durante il quale un esperimento per aprire un varco dimensionale ha effetti imprevisti. Presto Miles scoprirà che non c’è un solo Uomo Ragno!
La visione di Spider-Man – Un nuovo universo è, senza mezzi termini, un’esperienza entusiasmante e qualcosa di mai visto prima al cinema. Il dinamismo e la stilizzazione dell’animazione 2D ha finalmente incontrato i volumi, la profondità e la libertà dei movimenti di macchina di quella in 3D, in una sintesi sbalorditiva.
Non si crede quasi ai propri occhi di fronte a un film così radicalmente diverso da quello che abbiamo finora visto in animazione, sia dagli studi americani che nel 3D tendono a somigliarsi fin troppo, sia da quelli giapponesi, che hanno già tentato la strada una strada simile ma con risultati molto più freddi. Il colpo di genio di Spider-Man – Un nuovo universo è stato di caricare il tutto degli elementi grafici più tipici del fumetto, a partire dai pallini della colorazione a retini e dalle onomatopee. Soprattutto i retini si sposano benissimo alla storia di Miles Morales che qui è uno street artist, diversamente dalla versione originale di Brian Michael Bendis e dalla romana Sara Pichelli (di cui a un certo punto è inclusa nel film una finta cover realizzata appositamente per la pellicola). Questo tipo di colorazione “low-fi” si amalgama allo spruzzo dello spray e ad altre tecniche di street art, inoltre cancella ogni tentazione fotorealistica e permette di godere appieno di un’animazione scatenata.
Geniale poi l’uso delle onomatopee per come entrano a tempo nell’immagine, spesso dialogando con le parole e con la musica. A tal proposito la colonna sonora hip hop è straordinaria e ricca di scratch come non se ne sentivano da molto tempo, ancora una volta coerentemente a un gusto graffitaro dove l’energia del gesto e del segno viene prima di tutto. Non contenti di aver realizzato già così una tavolozza perfetta per una comicbook animato, gli autori moltiplicano le situazioni, gli stili e le varianti.
Ci sono momenti urbani, ma pure scenari hi-tech e una fuga nella foresta, fino alla parte più visionaria quando le dimensioni collidono, dove il crepitare dell’energia emerge in grosse bolle che non possono non ricordare agli appassionati i punti neri di Jack Kirby, i cosiddetti “Kirby Dots”. Allo stesso tempo il massiccio Kingpin richiama alla mente la versione data del personaggio da Bill Sienkiewicz, in Daredevil: Amore e guerra, ed è un dettaglio perfetto quando i suoi flashback si rivelano essere nello stesso stile pittorico di questo disegnatore. Non si tratta di fanservice ma di attingere e omaggiare alla ricchissima storia grafica di questi personaggi ed è una cosa possibile solo in un film animato come questo. Non che manchino citazioni dal cinema in live action, per esempio già nella prima sequenza si gioca a ribaltare il celebre bacio con Mary Jane, dove questa volta è lei a testa in giù, e si dileggia la danza per strada di Tobey Maguire nel terzo Spider-Man di Sam Raimi, anche se qui il ballo è in costume e con la maschera.
Arricchisce ulteriormente il tutto la moltiplicazione degli Spider-Men che popolano il film. Senza rovinare le sorprese ci limitiamo a dire che uno di loro guarda al cinema in bianco e nero (e infatti ci sono battute che sottolineano come non veda i colori), uno ai cartoon slapstick tipo Looney Tunes (tanto da citarne la più celebre battuta) e un altro ancora agli anime giapponesi, con occhioni e iperbolici gesti nelle scene d’azione. E ancora non basta: nella sequenza dopo tutti i titoli di coda ci sono ulteriori sorprese e stili. Davvero quasi troppa grazia per un film solo, che riempie i suoi 117 minuti con un tale fuoco di raffica di idee come non se ne vedevano da The LEGO Movie, non a caso firmato dagli stessi autori.
Sebbene infatti siano accreditati tre registi, il film è dall’inizio un progetto di Phil Lord e Christopher Miller che si dimostrano ancora una volta dotati di fantasia fuori scala e geniali nei tempi comici – aiutati in lingua inglese anche da uno straordinario cast vocale oltre che dai numerosi animatori della Sony Pictures Animation. Il loro Spider-Man – Un nuovo universo non solo stupisce e appassiona da ogni punto di vista, ma dimostra che esistono nuove e più eccitanti possibilità per l’animazione in computer graphic.
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