Yesterday
PRIMA VISIONE NAZIONALE
Regia di Danny Boyle.
Un film con Himesh Patel, Lily James, Ana de Armas, Kate McKinnon, Lamorne Morris.
Titolo originale: Yesterday.
Genere Commedia, Fantasy – Gran Bretagna, 2019
Distribuito da Universal Pictures.
Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
venerdì 27 settembre – ore 21.00
sabato 28 settembre – ore 21.00
Domenica 29 settembre – ore 18.00 e 21.00
Lunedì 30 settembre , ore 21.00
martedì 01 Ottobre – ore 21.00
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Jack Malik è un musicista di scarso successo. In lui crede solo Ellie, manager, amica e forse qualcosa in più, benché inespresso. Finché una sera, dopo che ha deciso di smettere con la musica e cercare un lavoro più regolare, Jack ha un incidente e perde coscienza durante un blackout planetario. Quando si sveglia, scopre che il mondo è stato privato delle canzoni dei Beatles e che lui è rimasto il solo a ricordarle.
È un dissidio doloroso e forse inestricabile quello che attanaglia l’amante dei Beatles di fronte all’operazione coordinata da Danny Boyle e Richard Curtis. Perché si vorrebbe disperatamente amare pregi e difetti di Yesterday, pur di assaporare un po’ di polvere di stelle sixties, ma non sempre si riesce.
La combinazione dei talenti di regista e sceneggiatore è evidente, ma lo è meno l’amalgama. Se da un lato emerge la sagacia del primo, che rivisita il modello di The Millionaire in un altro sogno sì individualista, ma non egoista; dall’altro Curtis ritorna sui temi che negli anni hanno rafforzato opere sottovalutate e poi assurte a cult, come Love Actually, Il diario di Bridget Jones o Notting Hill.
Durante la visione di Yesterday sembra di trovarsi in una reunion di Paul McCartney e Ringo Starr, o in un concerto tributo ai Beatles sovraccarichi di rockstar, in cui sulla carta c’è tutto – canzoni, nostalgia, strizzate d’occhio – ma sulla carta è destinato a rimanere.
Nonostante l’enorme potenziale inespresso, sono comunque molti gli elementi di Yesterday destinati a colpire l’immaginario collettivo. Alcuni colpi di scena, come quello impossibile da rivelare che caratterizza il terzo atto, probabilmente sono destinati a far discutere, al di là del mero dibattito cinematografico. In chiave pop, e con una strizzata d’occhio alle esigenze del mercato (Ed Sheeran nei panni di se stesso, bravo e autoironico), Boyle e Curtis non fanno che altro che giocare con la beatlemania per sfiorare il tema predominante che attraversa il cinema recente, da Quentin Tarantino ad Avengers: Endgame, fino a serie Tv come Future Man.
L’incapacità di “accettare il finale della storia” si traduce con insistenza in una rilettura/riscrittura della stessa. Un pubblico che rifiuta il proprio presente e guarda malinconicamente al passato, come a un’epoca aurea irraggiungibile, chiede al cinema di essere consolato. Al vecchio medium inventato dai fratelli Lumière tocca quindi ricollocare i sogni su grande schermo, resuscitare i morti, correggere derive inquietanti. In questo senso Yesterday coglie appieno lo spirito del tempo, finendo per centrare il bersaglio ben più che sul lato più strettamente beatlesiano della faccenda.
Diviene quasi più semplice accettare il fatto che un blackout cancelli interi avvenimenti storici rispetto a credere che tutte le hit dei Beatles possano rappresentare dei successi planetari anche oggi, chiunque sia a proporle. Probabilmente sarebbe stato più coraggioso percorrere la strada dell’anonimato di Jack Malik fin dove possibile, anziché proiettarlo da subito nel music business della Città degli Angeli.
Ma paradossalmente a mettere più in crisi la sospensione dell’incredulità è la questione più terrena, prosaica e congeniale all’autore della sceneggiatura: la storia d’amore tra Jack e Ellie, eterna friend zone cristallizzata senza che i due acquisiscano consapevolezza di amarsi reciprocamente, è un bignami del “manuale d’amore” di Richard Curtis riscritto da un lettore disattento. I motivi ricorrenti ci sono tutti, compresa una spalla ricalcata sul Rhys Ifans di Notting Hill, ma il transfert non scatta mai. Ma poi siamo sicuri che il nostro mondo reale sia “quello con i Beatles”? O quel che resta del loro sogno infranto è troppo poco per crederci davvero? Forse è davvero meglio rivolgersi verso ieri, quando i nostri guai sembravano così lontani.
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